TEMA:

2018

Tùru-turù-tù Tubiamo!

Nestlé, Baci Perugina (1986)

Alice Gazzetta, Francesco Tassi, Claudio Rosolino

Formato:

Poster 35×50 cm (f.to aperto)
Poster ripiegato (f.to 12,5×17,5 cm)

Serigrafia: laboratorio con Michele Barina presso la Scuola Internazionale di Grafica

Letterpress: laboratorio di stampa a caratteri mobili presso Tipoteca Italiana

Sponsor cartiere Favini Carta Favini Remake Oyster - 180g/m2

Fa sorridere, al giorno d’oggi, rivedere certi spot televisivi degli anni ’80, con quella spensieratezza e quella bontà di sentimenti che con il passare degli anni abbiamo perso. Si parla di “cult”, una comunicazione ormai superata, ma che non smette di essere fonte di ispirazione, di bagaglio culturale a cui attingere.

Alla base di “Spot Anni ’80” c’è, sin da subito, una progettazione improntata alla coordinazione: si tratta, infatti, di una collana che racchiude 6 manifesti realizzati in serigrafia e letterpress, dunque, va da sé che, la coerenza e la continuità tra le varie fasi e le diverse tecniche di lavorazione sia stato un grande sforzo propedeutico.

Questo progetto ci ha costretti a pensare diversamente da come siamo abituati, ci ha messi di fronte a problematiche che davanti ad un computer non ci saremmo mai poste. La serigrafia e il letterpress sono due tecniche di stampa “analogiche” con alcuni limiti pratici: organizzare i propri obiettivi progettuali in base a cosa “non si può fare” è una sfida che aguzza l’ingegno del designer. Abbiamo trovato soluzioni e imparato facendo e rifacendo.

Un’altra lezione appresa da questa esperienza è che ogni fase richiede del tempo e per questo è necessario progettare con attenzione ogni minimo dettaglio. Il risultato finale non è frutto del caso.

Tuttavia, e su questo non ci sono dubbi, ne vale la pena: il manifesto si carica di valore e di forza espressiva, acquista quell’autenticità che la stampa digitale non è in grado di trasmettere.

Non è da meno la soddisfazione e l’emozione che si prova infine, quando viene alla luce, magicamente impressa, la tua “opera”.

(Testo di Federica Scandolo)